Ciao a tutti, mi chiamo Andrea ed ho 31 anni, ma tutti mi chiamano da sempre amichevolmente “Dede”.

Oltre al ballo e alla frusta ho altri mille interessi che spaziano dalla natura, alla musica, al vino (che è anche il mio lavoro) ed alla tecnologia.

Avevo già 17 anni quando ho iniziato a muovere i primi passi di ballo, molto tardi rispetto alla media dei ballerini “provetti”, però, sin da subito, mi sono impegnato per recuperare il tempo perduto con molto studio e molta voglia di imparare sempre cose nuove.

Tutto è iniziato grazie a due miei grandi amici che già ballavano e che mi hanno spinto a provare a “schioccare” la frusta nel cortile di casa prima e poi ad andare a lezione alla scuola di ballo. E che dire, anche per non rimanere a casa da solo, ho accettato la sfida e fatto un tentativo.

Quindi tutto è iniziato un po’ per gioco, finché non sono arrivate al mio orecchio musiche come “rock around the clock” e “tutti frutti” che mi hanno spinto a muovere i primi passi di boogie woogie e rock tecnico. Nelle primissime lezioni di ballo sono incappato in una mini insegnante di tutto rispetto: una ragazzina di 12 anni di nome Claudia, che già ballava con con molta sicurezza e in men che non si dica è diventata mia partner di rock tecnico per gli spettacoli del Club Dance “Ballando in Romagna” di Bizzuno e poi, qualche anno dopo, anche mia compagna nella vita, ma questa è un “altra storia”

Dopo qualche mese di lezione, ho conosciuto Emanuela Tampellini, ballerina di un altro gruppo, che veniva nella scuola per insegnare agli allievi più esperti. Nel giro di breve propose a me e ad altri amici della scuola, tra cui Claudia, Armando e Sonia, di allenarci seriamente per iniziare a fare le competizioni di boogie woogie.
Da quel momento è iniziato un percorso bello e duro insieme a Sonia Righini, la mia ballerina di boogie, fatto di delusioni, gioie e soddisfazioni che ci ha portato a imparare e approfondire questa fantastica disciplina.
Nel 2003 iniziano quindi le prime gare e le prime soddisfazioni: abbiamo raccolto numerosi piazzamenti nelle gare di Coppa Italia, siamo stati Campioni Italiani 2003/2004 nelle categorie amatori esordienti ed amatori e nel 2004/05 abbiamo partecipato anche a competizioni internazionali in Svizzera.

Nel 2006 abbiamo abbandonato le competizioni, ma ci siamo buttati un nuovo progetto di insegnamento, che ha fatto prendere il via alle scuole di ballo dei Diavoli della Frusta insieme a Sonia Righini, Armando Calderoni e Claudia Francesconi.

Da allora, tutti gli inverni fino a tarda primavera, la scuola ospita centinaia di intraprendenti allievi.

Nel 2004 io e Claudia veniamo a conoscenza di una disciplina che si stava diffondendo in Italia, il Lindy Hop. Ne siamo rimasti affascinati tanto da intraprendere un percorso di studi attraverso stage e lezioni private con ballerini di fama internazionale come Vincenzo Fesi e Isabella Gregorio, Marcus Koch e Barbl Kaufer, Doriana Galliano e Paolo Lanna, Kevin San Laurent e Jo Hoffberg, Angelo Rensi, Olivier Massart e Melanie Stocker Bucher, Filippo Buccomino e Tiziana Sperzagni, Steven Mitchell, Remy Kouakou, Virginie Jensen, Sharon Davis, Rusty Frank e Jean Veloz.

Ad oggi oltre al Lindy Hop “Savoy Style”, studiamo il Balboa, disciplina poco conosciuta ma in via di diffusione in Italia, che insieme al Lindy Hop si ballava nell’America degli anni ’30.
Bene ho scritto parecchio su tutto quello che il ballo è stato ed è tuttora per me, ma ovviamente vi chiederete il perchè, qual è stata la miccia!

Beh, sapete…non lo so neanch’io. Forse tutto sta in una serie di coincidenze, di cose che ti capitano che ti portano a dire di essere fortunato, di avere (quasi del tutto!) la testa a posto.

Perché a 17 anni uscire per andare a ballare il boogie invece che andare in giro a fare ragazzate, oppure andare a letto il sabato sera presto perché la mattina dopo c’era una gara da affrontare, invece che andare in discoteca o seguire compagnie poco raccomandate, sono cose che a ripensarci ora ti fanno capire quanto una passione possa dare una svolta diversa alla tua vita.

E poi c’è la musica, la musica che mi piace e che fa da collante tra i miei piedi e il ballo. Se una musica non mi piace non mi muovo, ma se una musica mi prende è come se il pavimento diventasse un tamburo e le gambe le bacchette che, a tempo, scandiscono un ritmo potente, che mi parte da dentro.